l Vigneto MONPRIVATO che emerge dalla nebbia autunnale
Barolo MONPRIVATO “Cà d’Morissio”: clone antico in vigneto nuovo.
Il Barolo MONPRIVATO è da sempre prodotto, in purezza, con il 100% di uva Nebbiolo, vendemmiata a mano e scelta, espressione fedele del vigneto MONPRIVATO, posto in Comune di Castiglione Falletto.
Il vigneto MONPRIVATO, con la sua superficie di Ha. 6.13.12, secondo la resa di 80 Q.li/Ha. previsto dal disciplinare vigente della DOCG Barolo ha la potenzialità produttiva annua di 41.600 bottiglie.
La produzione reale annua, invece, varia da 14.000 a 24.000 bottiglie, quantitativi varianti in funzione non solo delle condizioni climatiche dell’annata, ma soprattutto della severa potatura invernale delle viti, del diradamento primaverile ed estivo e della rigorosa perfetta cernita dell’uva raccolta.
Il vigneto MONPRIVATO è da sempre consacrato interamente al vitigno Nebbiolo e, sino al 1992, con le seguenti percentuali delle tre varietà:
Nebbiolo varietà Michét 30%
Nebbiolo varietà Lampia 45%
Nebbiolo varietà Rosé 25%
Le due varietà Michét e Lampia conferiscono al vino colore, struttura, carattere, capacità di mantenersi giovane per molti anni. La varietà Rosé profumi fini, eleganza, un colore tenue e poca struttura.
Il vitigno Nebbiolo quando trova il giusto connubio con un terreno di grande vocazione sul quale è messo a dimora sa esprimersi a livelli sublimi, ed inimitabili, trasformandosi in Barolo, un vino ricco di caratteristiche organolettiche che soddisfano pienamente l’olfatto ed il gusto grazie all’intensità dei profumi ed ai tannini vellutati.
E’ questo il caso, ad esempio, del MONPRIVATO, che, data la collocazione del vigneto su terreno bianco, calcareo-limoso, ricco di calcare attivo, di micro e macro-elementi, esprime un Barolo che ha come peculiare caratteristica, profumi fini, intensi ed eleganti, una ricca dotazione di polifenoli dai tannini ampi e vellutati, buona complessità e lunghezza gustativa, dotazione antocianica non intensa, ma viva.
Pertanto, da tempo desideravo ottenere dal vigneto MONPRIVATO un Barolo dalle caratteristiche organolettiche che potessero soddisfare anche la vista oltre che l’olfatto ed il palato, senza sacrificare l’eleganza e la complessità tipiche di questo vigneto, lavorando nel rispetto della tradizione familiare, ovvero:
conduzione del vigneto con l’applicazione delle consuete regole, tecniche e auto-limitazioni che la mia famiglia esegue da decenni per ottenere, in tutte le sue fasi vegetative, “una materia prima uva” perfetta sotto ogni punto di vista;
esclusione di qualsiasi interferenza da apporti esterni che non fossero quelli espressi dal vitigno simbolo, ed il più pregiato della viticoltura della Langa albese e, dal terreno, per ottenere un MONPRIVATO classico, importante, con i vellutati tannini naturali tipici del vitigno Nebbiolo e, la spiccata personalità e la inconfondibile eleganza che forma lo stile distintivo del vigneto e del vino MONPRIVATO, quale espressione del territorio;
vinificazione del monovitigno autoctono Nebbiolo, al 100%, con macerazione tradizionale lunga ma soffice, per estrarre il massimo dei componenti varietali del vitigno Nebbiolo;
elevazione in botti di rovere di Slavonia non nuove, di capacità varianti dai 20 ai 90 ettolitri.
Una Grande Riserva, quindi, da imbottigliare separatamente solo nelle annate grandi. Ero consapevole che questo percorso fosse ben più lungo, faticoso e dispendioso, quanto a mezzi ed energie impiegate, rispetto a quello del semplice assemblaggio. Ero però profondamente convinto, e lo sono tuttora, che affrontando il problema alla base, con sapienza, meticolosa pazienza ed applicazione, avrei potuto ottenere, nel tempo, i risultati auspicati. Per fare questo dovevo, agire a monte del vino, sull’unica ed autentica origine di ogni grande vino, ovvero il vigneto, introducendo tutte le modifiche che potevano apportare dei miglioramenti al vigneto, al vitigno, ed all’uva, per consentirgli di esprimersi più compiutamente.
Dovevo pertanto:
selezionare cloni con caratteristiche ampelografiche particolarmente buone, in grado di produrre uva di superiore qualità;
estirpare le parti del vigneto che offrivano i risultati qualitativi meno soddisfacenti e funzionali al mio progetto;
realizzare lavori di miglioramento al terreno, come drenaggi e spostamenti di grandi masse di terra dalla base verso la sommità, per riportarlo nella sua conformazione originaria e, dalla profondità alla superficie, per estrarre tutti i micro e macro-elementi compositivi naturali non sfruttati;
reimpiantare i cloni precedentemente selezionati.
Vigna "1N"
Vigna “1N” ad inizio spostamento
terreno verso la sommità
Già mio padre Giuseppe, “Gepin” per gli amici, aveva lucidamente individuato all’interno del vigneto MONPRIVATO un’area, (una “tourna” nel dialetto langarolo), dove un particolare clone di Michét piantato da suo padre Maurizio nei primi anni Venti offriva risultati qualitativi superiori. Alla fine degli anni Cinquanta “Gepin” selezionò queste viti di Michét, le moltiplicò e, nel 1963, le mise a dimora nei siti contrassegnati dai numeri “2” e “3”.
Era proprio questo il “clone di Michét”, che, (arrivato il mio turno in questa speciale “staffetta” formata da esperienze di vigna oralmente tramandate di padre in figlio, ) vinificai separatamente nel 1970, per produrre la prima annata del Barolo MONPRIVATO.
Un Barolo, questo MONPRIVATO 1970, che assaggiato dopo trent’anni si mostra ancora stupendamente giovane e ricco di tutti i suoi componenti: profumo, corpo, profondità e lunghezza, che stupiscono chiunque abbia l’opportunità di assaggiarlo. E molto convincente ed intenso, anche nel colore. Mi parve pertanto evidente che dovessi utilizzare proprio questo clone per produrre un grande MONPRIVATO “riserva”. E per non privare il Barolo MONPRIVATO “normale” del positivo apporto di questo clone, non mi restava altra strada che selezionarlo pazientemente ed attentamente, innestarlo, moltiplicarlo, metterlo a dimora in un’altra “tourna” (o parte di vigneto.) Anche perchè i grandi tecnici mi hanno insegnato che ad ogni nuova selezione beneficia di ulteriori miglioramenti.
Così, nel 1983, iniziai a selezionare le viti migliori di questo vecchio clone di Nebbiolo varietà Michét reimpiantato da “Gepin” e lungamente acclimatato nel particolare terreno e microclima del vigneto MONPRIVATO, grazie ad una permanenza in loco di oltre mezzo secolo. Nel marzo 1987, al termine del quarto anno di selezione delle 3860 viti da cui ero partito, potei prelevare le gemme delle 283 viti che avevano dato risultati di qualità costante, in ognuno dei quattro anni di durata della valutazione, in tutte le fasi vegetative: germogliamento, fioritura, allegagione, invaiatura, maturazione. Le innestai quindi su un portainnesto poco vigoroso, poco produttivo e quasi in disuso, e le misi a dimora in un vivaio appositamente predisposto per la riproduzione. Contemporaneamente pensai ad individuare due punti del vigneto MONPRIVATO dove procedere prioritariamente all’estirpo delle vecchie viti ed al reimpianto delle nuove, contrassegnandoli in mappa con le sigle “1N” e “2N”. Al termine della vendemmia 1985 estirpai le viti del sito “1N” della superficie di Ha. 1.02.12
Il terreno liberato dalle viti estirpate, nel 1986 fu oggetto di un grande lavoro consistente nello:
Scasso profondo e spostamento di grandi masse di terra, dalla base verso la sommità per riportarla nella sua conformazione originaria e dalla profondità alla superficie, per estrarre da quattro metri di profondità e riportare in superficie la terra vergine non sfruttata e ancora ricca di macro e micro-elementi naturali: calcare, boro, ferro, magnesio, manganese, potassio, ecc, indispensabili alla vite per una produzione di qualità;
Costruzione di drenaggi per convogliare le eventuali acque sotterranee e preservare il terreno dalle erosioni.
Nella primavera del 1988 finalmente misi a dimora le nuove viti di Nebbiolo varietà Michét selezionate e moltiplicate, con un impianto ad alta densità di 5680 ceppi per ettaro, abbastanza inusuale per un vigneto di collina.
MascarelloL’intera operazione, vista a posteriori, si potrebbe considerare come una vera e propria sperimentazione di carattere viticolo volta al miglioramento genetico di un clone. Un’operazione spettante ad un istituto di ricerca o ad un ente pubblico, più che ad un privato viticoltore.
La filosofia di conduzione di questo nuovo vigneto è stata impostata applicando le regole abitualmente seguite nella conduzione della restante superficie del vigneto MONPRIVATO e di ogni altro vigneto di proprietà: ottenere una qualità della “materia prima uva” perfetta sotto ogni punto di vista:
ideale condizione di maturazione dell’uva;
perfetta sanità del grappolo;
grande concentrazione nel grappolo dei suoi elementi costitutivi.
Per ottenere risultati ancora più importanti compresi che dovevo esasperare ulteriormente le regole e le restrizioni già adottate dalla mia famiglia in passato nella conduzione del vigneto MONPRIVATO, pertanto le applicai nella fase di realizzazione pratica del progetto.
Adottai dunque:
una potatura secca invernale ancora più corta, con 5-7 gemme (anziché 6-9 gemme) a seconda della vigoria della singola pianta;
l’eliminazione primaverile dei grappoli non perfetti;
il diradamento estivo dell’uva in esubero rispetto alla capacità della singola pianta di condurre a perfetta maturazione ogni grappolo;
una produzione di uva non superiore ai 50 quintali per ettaro;
la raccolta manuale dell’uva con cernita e pulizia severissime in vigneto, eliminando singolarmente, acino per acino, tutti quelli non perfetti.
Nel caso specifico della selezione massale “Cà d’MORISSIO”, nelle prime dieci vendemmie sinora realizzate, la produzione reale d’uva è rientrata ogni anno nel limite massimo di 44 Q.li/Ha., che corrispondono a 30,8 Hl./Ha. alla svinatura ed a 775 grammi per ceppo.
Potatura Sito 1NAnche in questa fase del progetto “Cà d’MORISSIO” ho rigorosamente rispettato le regole già esposte precedentemente per la Fase “1N”, a salvaguardia dell’ambiente e dei terreni che ospitano i vigneti.
Mi riferisco alla estrema limitazione del numero dei trattamenti con fitofarmaci ed esecuzione di interventi integrati solo quando indispensabili, al rifiuto di utilizzare prodotti diserbanti e disseccanti per l’eliminazione delle erbe che infestano i vigneti, ed all’utilizzo esclusivo di mezzi meccanici, integrati dalla zappatura manuale.
Diradamento sito 1NRammento che il mio modo di operare è ancora più severo dei dettami del Regolamento CEE n°2078/92, che consente l’so di alcune varietà di diserbanti e dissecanti ad impatto limitato.
Potatura Sito 1NLa vinificazione della selezione massale MONPRIVATO “Cà d’MORISSIO”, come di tutta la produzione aziendale, è quella tradizionale, che prevede fermentazioni e lunghe macerazioni di 25-28 giorni del mosto vino a contatto con le vinacce e rimontaggi soffici, per estrarre tutti i tannini nobili dall’uva. L’affinamento si svolge in botti di rovere di Slavonia, della capacità di 25-27 ettolitri, non nuove, ma costantemente sottoposte ad attenta manutenzione.
l progetto “Ca d’Morissio”
LA FASE “2N”
Poiché nella vendemmia 1992 la parte di vigneto contrassegnata con “1N” e destinata alla selezione “Cà d’MORISSIO” a cinque anni d’età, ed al terzo anno di produzione, iniziò ad offrire uva di buona qualità quindi in anticipo, presi la drastica decisione di passare alla seconda fase del piano di miglioramento del vigneto MONPRIVATO, ed in novembre estirpai la parte del vigneto contrassegnato con la sigla “2N”, della superficie di Ha.1.53.70.
Un’estirpo eseguito non per “vecchiaia” delle viti, malattia o improduttività delle stesse, perché avrebbero potuto produrre tranquillamente per altri dieci anni, bensì per sostituire il clone Rosé con il Michét.
Vigna 1 lavori in corso
Marcatura viti con nastri colorati durante la selezione clonale del Sito “1N”
Nella primavera del 1993 iniziai a selezionare le migliori viti del Michét piantate nel sito”1N” nel 1988. La selezione durò tre anni, fino al 1995, quando nell’inverno prelevai le gemme delle viti che diedero i migliori risultati di costanza, nell’intero arco di tempo dei tre anni ed in tutte le fasi vegetative di: germogliamento, fioritura, allegagione, invaiatura, maturazione, ed innestate su un portainnesto poco vigoroso, poco produttivo e quasi dimenticato, e, messe a dimora in un apposito vivaio per la riproduzione, proprio come avevo fatto nella prima fase del piano di miglioramento del vigneto MONPRIVATO per il sito “1N”.
Vigna 1 lavori in corso
Marcatura viti con nastri colorati durante la selezione clonale del Sito “1N”
Il sito “2N”, liberato dalle viti in seguito all’estirpo dei Rosé, fu oggetto di lavori di:
rofondo scasso e spostamento di grande masse di terra, per estrarre da quattro metri di profondità e riportare in superficie la terra vergine non sfruttata e ancora ricca di macro e micro-elementi naturali: calcare, boro, ferro, magnesio, manganese, potassio, ecc, indispensabili alla vite per una produzione di qualità;
costruzione di drenaggi per convogliare le eventuali acque sotterranee e preservare il terreno dalle erosioni.
Restò quindi libero da qualsiasi forma di coltura a riposare per quattro anni, eseguendo annualmente i lavori meccanici e manuali necessari per preservarlo dalle erbe infestanti, ed arieggiare la terra vergine per favorirne la maturazione. Fu solo nella primavera del 1996 che i Michét dei quali iniziai la selezione nel 1993 furono finalmente messi a dimora nel sito “2N”. Anche questa volta, durante gli scavi nel sito “2N”, dalla profondità di quattro metri affiorarono sassi recanti lo stampo di alghe fossili. Il più grande di questi sassi ed alcune conchiglie sono esposti nella nostra cantina di Monchiero.
Nel corso della vendemmia 1993 l’uva Nebbiolo prodotta dal clone Michét del sito “1N” giunto a sei anni di età ed alla terza annata di produzione risultò molto bella, sana, ben matura con incoraggianti dati analitici
Vinificata separatamente con le usuali pratiche tradizionali e con 28 giorni di macerazione, espresse alla svinatura un Barolo di bel colore rubino intenso, di ottima struttura e complessità e dalla notevolissima dotazione di tannini, rivelandosi subito un Barolo destinato ad una lunga evoluzione e tenuta negli anni, anche se proveniente da un vigneto molto giovane.
Dopo tre anni di affinamento in botti di rovere di Slavonia della capacità di 27 ettolitri (questa è la quantità ottenuta da un ettaro di superficie del sito “1N”), tre quarti del vino confluirono nel Barolo MONPRIVATO 1993, mentre la restante quarta parte, consistente in sette ettolitri, proseguì l’elevazione-affinamento, sempre in botti di media capacità e non nuove di rovere di Slavonia.
Nell’agosto del 1999, questo Barolo pazientemente “affinato” per sei anni, fu imbottigliato come Barolo MONPRIVATO “Cà d’Morissio” Riserva 1993.
Ne risultò un Barolo di bel colore rubino, intenso e brillante, di ottimo profumo, dalla grande componente tannica sostenuta da un buon estratto, complesso e profondo nel naso ed in bocca, lungo e persistente nel retrogusto. A tutt’oggi, febbraio 2001, le annate previste per la selezione massale Barolo MONPRIVATO “CA’ d’ MORISSIO” Riserva sono, dopo il 1993, il 1995, il 1996 ed il 1997.
“CA D’MORISSIO” è una selezione massale avviata agli inizi degli anni Ottanta su un vecchio clone di Nebbiolo, varietà Michét, esistente all’interno del vigneto MONPRIVATO, a sua volta derivante da una precedente selezione, operata da mio padre Giuseppe alla fine degli anni 1950, su un clone di Michét piantato da mio nonno Maurizio nei primi anni 1920. Un clone di Michét lungamente acclimatato nel particolare terroir e microclima del vigneto MONPRIVATO, grazie ad una permanenza in loco di oltre mezzo secolo.
Dedico questo Barolo a mio nonno Maurizio, “Morissio” in piemontese, che per primo intuì la grande vocazione qualitativa del vigneto MONPRIVATO, volle acquistarne una parte, iniziando la produzione già nel 1904, ed ebbe l’ispirazione di piantare questo clone di Michét. Per contraddistinguere questa selezione massale di Barolo MONPRIVATO, ho utilizzato il nome della “Cascina Mascarello” così come risulta dal Foglio IV di Mappa Catastale, Particella 99, del Comune di Castiglione Falletto, nel dialetto piemontese “Cà d’Morissio”, così come è usato nella tradizione orale di Castiglione Falletto.
Prezzo:
0,00 IVA 22% incl.
tipo: | vino rosso |
cantina: | MASCARELLO GIUSEPPE |
vitigno: | nebbiolo |
annata: | 2012 |
capacità: | 0.75 LT |
nazione: | Italia |
regione: | Piemonte |
provincia: | Cuneo |
luogo: | Castiglione Falletto |
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